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Biomarcatore urinario associata alla tubercolosi


Uno studio ha mostrato che i pazienti con tubercolosi ( infezione da Mycobacterium tuberculosis ) hanno presentato una maggiore abbondanza di un nuovo biomarcatore urinario, rispetto ai soggetti sani.
Inoltre, la prevalenza del biomarcatore in pazienti con tubercolosi è diminuita dopo la somministrazione di chemioterapia antitubercolare di prima linea.

In uno studio prospettico, caso-controllo, sono stati raccolti campioni di urina di mitto intermedio di pazienti con tubercolosi, non-sottoposti a trattamento, presso un Centro ad Haiti nel periodo 2011-2012.
I ricercatori hanno anche esaminato i dati su un sottoinsieme di pazienti che hanno ricevuto per i primi 3 mesi la terapia anti-tubercolare.

Più di 100 campioni di urina sono stati analizzati mediante cromatografia liquida ad alta prestazione ( HPLC ) associata a spettrometria di massa a tempo di volo ( TOF-MS ).
I risultati sono stati confrontati con 103 campioni di urina di partecipanti sani abbinati per età, sesso e stato di infezione da virus HIV ( virus dell’immunodeficienza umana ).

I ricercatori hanno identificato 769 composti che erano significativamente differenti tra i pazienti con tubercolosi e i controlli sani ( P inferiore a 0.05 ).

L’analisi di validazione incrociata ha mostrato che un composto con una massa di 490 era diverso in tutti i set di dati, con 54.896 conteggi nei pazienti con tubercolosi polmonare attiva contro 7.545 conteggi nella coorte sana ( p = 0.0001 ).
L'area sotto la curva per il biomarcatore 490 è stata pari a 91.1%.

Dopo 60 giorni di trattamento, l'abbondanza media del composto 490 è scesa da 75.913 a 18.148 conteggi.

Dallo studio è emerso che il biomarcatore urinario 490 potrebbe rappresentare un marcatore diagnostico e prognostico della tubercolosi polmonare attiva. ( Xagena2015 )

Fonte: Infectious Diseases Society of America ( IDSA ) - IDWeek, 2015

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