Uno studio ha valutato l'epidemiologia, le caratteristiche e gli esiti dell’endocardite infettiva in una grande coorte di pazienti italiani a livello nazionale.
E’stato condotto uno studio prospettico, osservazionale in 24 Centri in Italia, inclusi tutti i pazienti consecutivi con una diagnosi certa o possibile di endocardite infettiva ( criteri di Duke modificati ), ricoverati nel periodo 2004-2009.
I dati di 1.082 pazienti affetti da endocardite infettiva, definitiva, sono stati analizzati. Di questi, 753 ( 69.6% ) pazienti avevano avuto l'infezione su una valvola nativa, 277 ( 25.6% ) su una valvola protesica, e 52 ( 4.8% ) su un dispositivo elettronico impiantabile.
Nel complesso, l’endocardite infettiva associata alle procedure di cura acquisita in comunità ( 69.2% ) era più comune delle infezioni nosocomiali ( 6.2% ) o non-ospedaliera ( 24.6% ).
Lo Staphylococcus aureus è risultato il più comune patogeno ( 22.0% ).
La mortalità ospedaliera è stata del 15.1%.
Dall'analisi multivariata, l’insufficienza cardiaca congestizia, ictus, infezioni della valvola protesica, Staphylococcus aureus, e l’acquisizione correlate alle procedure sanitarie erano indipendentemente associate a un aumento della mortalità in ospedale, mentre la chirurgia è stata associata a ridotta mortalità.
Dallo studio è emerso che la mortalità correlata a endocardite infettiva rimane alta, ed è dovuta principalmente alle sue complicanze, quali scompenso cardiaco e ictus. ( Xagena2012 )
Leone S et al, Infection 2012 ; Epub ahead of print
Inf2012