Xagena Mappa
Xagena Newsletter
OncologiaMedica.net
Gastrobase.it

La Penicillina efficace nel curare l'infezione da Bacillus Anthracis


Il carbonchio, o antrace, è una malattia infettiva prodotta dal Bacillus Anthracis, un batterio Gram-positivo, che colpisce soprattutto gli animali erbivori, ma anche gli uomini.

Nell’uomo l’infezione viene trasmessa per contatto, inalazione, o ingestione. La forma più comune di trasmissione è quella cutanea ( 95%), mentre la via inalatoria rappresenta solo il 5% dei casi. Raro è invece il carbonchio gastrointestinale. La malattia non è trasmissibile da persona a persona.

Nel mondo sono segnalati ogni anno 20.000-100.000 casi di infezione, ma probabilmente l’incidenza della malattia è più alta, perché molti casi non sono diagnosticati.

Il carbonchio cutaneo viene trasmesso dalla puntura di insetti infettati o dal contatto delle spore del bacillo con ferite della pelle. Dopo 1-2 giorni compare nel luogo dell’infezione una vescicola e successivamente un’ulcerazione, non dolorosa, caratterizzata da un’area necrotica nera , al centro.
Generalmente questi soggetti non presentano febbre, né altri segni.
La guarigione spontanea si ha nell’80-90%dei casi trattati.
Nel 10-20% dei pazienti non sottoposti a terapia si può presentare setticemia, associata a febbre alta ed esito fatale.

Il carbonchio da inalazione si manifesta generalmente mimando una malattia respiratoria virale ed è per questo motivo che la diagnosi viene fatta in modo tardivo, rendendo inefficace la susseguente terapia. Dopo 1-3 giorni si osserva un innalzamento della febbre e comparsa di dispnea, ipossiemia, ipotensione, ed eventuale morte entro le 24 ore.

Il carbonchio gastrointestinale invece si manifesta con diarrea sanguinolenta, febbre, nausea, e vomito.

La Penicillina è l’antibiotico più efficace nel contrastare l’infezione da Bacillus Anthracis. Nel caso di ipersensibilità alla Penicillina possono essere impiegati altri antibiotici, quali: Ciprofloxacina, Eritromicina, Tetraciclina.
Nei casi gravi è consigliato somministrare oltre alla terapia antibiotica anche l’anatossina carbonchiosa.

La prevenzione del carbonchio può essere effettuata attraverso l’assunzione dello specifico vaccino, attualmente riservato agli agricoltori e ai veterinari.
Tuttavia questo vaccino presenta forti limitazioni ( non è sufficientemente purificato, produce un’immunizzazione tardiva), che ne riducono l’efficacia.


Carlo Franzini


Xagena2001


Indietro