I risultati di uno studio clinico, coordinato da ricercatori del Dana-Farber Cancer Institute e del Brigham and Women’s Hospital ( BWH ) di Boston ( Stati Uniti ), hanno dimostrato che è possibile migliorare la sicurezza dei trapianti di cellule staminali, grazie a un nuovo farmaco in grado di proteggere dalle infezioni da citomegalovirus ( CMV ), la più frequente infezione virale nei pazienti sottoposti a trapianto.
I risultati dello studio di fase 3 che ha esaminato Letermovir ( Prevymis ) sono stati presentati al Bone Marrow Transplant Tandem Meetings dell’American Society for Blood and Marrow Transplantation ( ASBMT ) e del Center for International Blood and Marrow Transplant Research ( CIBMTR ) a Orlando ( Florida; USA ).
Hnano preso parte allo studio 565 pazienti arruolati presso 67 Centri in 20 Paesi diversi. Questi pazienti avevano contratto in precedenza una infezione da CMV ed erano stati sottoposti a trapianto di staminali da donatore come forma di trattamento di un tumore ematologico ( leucemia, mieloma, linfoma ) o di altre patologie ematologiche non-tumorali.
I pazienti sono stati trattati con Letermovir con l'obiettivo di valutare la capacità del farmaco di prevenire l'infezione da virus CMV.
Il gruppo in trattamento attivo è stato confrontato con placebo.
24 settimane dopo aver completato un ciclo di trattamento di 14 settimane, il 61% dei pazienti trattati con placebo aveva presentato una infezione da CMV tale da richiedere il trattamento o da abbandonare lo studio.
Di contro, solo il 38% dei soggetti trattati con Letermovir aveva sviluppato una infezione da CMV o aveva dovuto abbandonare lo studio.
Letermovir ha prodotto anche un beneficio riguardo alla sopravvivenza; a 24 settimane, la mortalità tra i pazienti del gruppo placebo è stata del 15%, contro il 10% del gruppo Letermovir.
Letermovir non ha prodotto particolari effetti indesiderati. La maggior parte delle reazioni avverse, associate a Letermovir è risultata tollerabile, tra cui nausea e vomito in forma lieve, o edemi.
I pazienti indicati per il trapianto di cellule staminali vengono preventivamente sottoposti a un trattamento chemioterapico pre-trapianto che azzera le difese immunitarie; questo può provocare un risveglio dell’infezione da CMV che trova campo libero fintanto che le difese immunitarie non vengono ripristinate.
Il 60-70% dei pazienti arruolati nello studio ha presentato una infezione da CMV; il 20-30% di questi ha sviluppato una polmonite da citomegalovirus, con un'alta incidenza di mortalità ( 80% ).
Letermovir o il placebo sono stati somministrati in media a distanza di 9 giorni dal trapianto. L’obiettivo era quello di sopprimere il virus prima che avesse la possibilità di riattivarsi.
In passato sono stati sperimentati diversi farmaci nel tentativo di prevenire l’ infezione da CMV nei soggetti sottoposti a trapianto di staminali, senza tuttavia dimostrare di essere efficaci oppure gravati da effetti collaterali di una certa importanza.
In assenza di una terapia preventiva i medici avevano elaborato un approccio di sorveglianza che consisteva nel somministrare un trattamento solo dopo che il paziente aveva sviluppato una infezione da CMV e solo per un breve periodo di tempo.
Gli antivirali attualmente a disposizione sono inibitori della DNA polimerasi, un enzima utilizzato dal virus per duplicare il proprio DNA, ma anche dalle cellule dell'organismo.
Letermovir inibisce il complesso terminasi del DNA del CMV, che è necessario per il clivaggio e
impacchettamento del DNA della progenie virale. Letermovir influenza la formazione di unità
genomiche di lunghezza adeguata e interferisce con la maturazione del virione. ( Xagena2017 )
Fonte: Dana-Farber Cancer Institute, 2017
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