I pazienti con co-infezione da virus HCV e HIV in trattamento con Sofosbuvir ( GS-7977 ), un inibitore della polimerasi HCV, hanno mostrato un rapido declino della carica virale di HCV ( virus della epatite C ), simile a quella osservata nei pazienti senza infezione da virus HIV.
I pazienti con epatite C HIV-positivi tendono ad andare incontro a una più rapida progressione della malattia epatica, rispetto ai soggetti HIV-negativi, e non sono buoni responder al trattamento basato su Interferone.
Sofosbuvir è un analogo nucletotidoco ( inibitore polimerasi NS5B di HCV ) attivo contro diversi genotipi del virus dell’epatite C.
Studi di pazienti HIV-negativi con epatite C hanno mostrato che Sofosbuvir da solo o in combinazione con Ribavirina o altri farmaci che agiscono in modo diretto sul virus HCV è ben tollerato e presenta una efficacia elevata.
Uno studio di fase Ib ha valutato la cinetica virale di HCV sotto trattamento con Sofosbuvir 400 mg, una volta die, per 7 giorni.
Allo studio hanno partecipato 30 pazienti infettati sia da HIV sia da HCV.
L’80% circa dei pazienti i era sesso maschile; età media di 53 anni.
Il 75% presentava infezione da HCV di genotipo 1 ( difficile da trattare, e più di due terzi aveva genotipo 1a ), 4 genotipo 2, 3 genotipo 3 e 1 genotipo 4.
I partecipanti stavano assumendo terapia antiretrovirale da almeno un mese, e tutti tranne uno avevano una carica virale di HIV non-rilevabile.
Avevano una funzione immunitaria ben-preservata con una conta mediana di CD4 di 600 cellule/mm3, una percentuale mediana di cellule CD4 del 31%, e non avevano infezioni opportunistiche o altre complicanze dovute alla infezione da virus HIV nel corso dei 6 mesi che precedevano lo studio.
Il più comune regime antiretrovirale nello studio era rappresentato da Atripla ( Efavirenz, Tenofovir ed Emtricitabina ); 8 pazienti stavano assumendo Reyataz ( Atazanavir ), potenziato con Ritonavir, più Truvada ( Tenofovir, Emtricitabina ); erano in trattamento con Isentress ( Raltegravir ) più Truvada; i rimanenti pazienti erano in terapia con altri regimi.
La carica virale di HCV ha subito un rapido declino dopo trattamento con Sofosbuvir; il declino mediano è stato superiore a 2 log10 UI/ml durante le prime 24 ore.
Alla fine dei 7 giorni di terapia, la riduzione media della carica virale è stata pari a 4 log 10 UI/ml.
I valori di HCV RNA hanno continuato a diminuire per 2 giorni dopo l’interruzione di Sofosbuvir; successivamente è stato osservato un rialzo dei valori, ma non è ritornato ai livelli basali alla fine dei 14 giorni di follow-up.
All’ultimo giorno di trattamento, il 40%, circa, dei pazienti trattati con Sofosbuvir aveva una carica virale di HCV non-rintracciabile. La percentuale è salita al 60% 2 giorni dopo aver interrotto il trattamento, ed è scesa al 15% all’ultimo giorno di follow-up.
Il declino della carica virale è risultato simile per tutti i genotipi di HCV.
Sofosbuvir è risultato generalmente ben tollerato in questo studio di breve durata, con un profilo di sicurezza simile a quello riscontrato nei pazienti con epatite C, ma HIV-negativi.
Tutti gli eventi avversi erano di entità lieve-moderata, e nessun singolo effetto indesiderato è stato riscontrato in più di una persona.
Non sono state osservate anormalità di laboratorio di grado 3-4; e nessun cambiamento nei parametri ematologici.
Non è stato riscontrato nessun breakthrough virologico da HIV. ( Xagena2012 )
Fonte: 52nd Interscience Conference on Antimicrobial Agents and Chemiotherapy ( ICAAC ), 2012
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